Lo ha detto il Cardinale De Giorgi ai giornalisti alla fine della beatificazione di Don Pino Puglisi avvenuta stamattina a Palermo: “Ci impegneremo per proporlo Santo”.
De Giorgi, chiamato aleggere la lettera con cui il Papa ha proclamato beato don Puglisi, aveva già dichiarato ad Avvenire: “La sua sacrilega uccisione, per il modo con cui è avvenuta e per le motivazioni per le quali è stata eseguita, resta per la Chiesa di Palermo, per tutta la Chiesa che è in Sicilia e anche in Italia, la voce perenne e implacabile del sangue, che invita al coraggio, alla coerenza, alla fortezza, alla santa audacia nell’esercizio del ministero sacerdotale e di ogni altro servizio nella Chiesa per il trionfo del bene su tutte le aggressioni e le perversioni del male. “ e ancora: “Il martirio di Puglisi, sin dal giorno in cui è avvenuto, ha segnato profondamente per venti anni la vitae l’azione pastorale della Chiesa palermitana, in un crescendo di presa di coscienza…”
“E per me più significativa è ancora, ha continuato De Giorgi nella stessa intervista all’Avvenire, la crescita numerica e qualitativa delle vocazioni sacerdotali, sviluppatasi negli anni successivi al suo martirio, che mi piace interpretare come frutto della sua intercessione in cielo, più potente della sua pur grande e intelligente pastorale vocazionale sulla terra.”
Una celebrazione che ha confermato le aspettative in quanto a partecipazione: tra 80.000 e 100.000 i partecipanti alla messa solenne per la beatificazione officiata dall’arcivescovo di Palermo, il cardinale Romeo alla presenza di 40 vescovi e più 800 tra sacerdoti e diaconi, oltre a un gran numero di personalità della società civile, sindaci, amministratori, e alte cariche dello Stato a simboleggiare l’unione tra mondo religioso e mondo laico nell’onorare forse la figura più straordinaria della lotta alla mafia…
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