Girato con uno stile molto vicino al documentario d’osservazione, il film, presentato al Lincoln Center di New York in occasione di Open Roads: New Italian Cinema, è il primo lungometraggio di finzione dei registi campani Silvia Luzi e Luca Bellino, autori dei documentari “La Minaccia” (2008) e “Dell’arte della guerra” (2002).
“Il Cratere” è il risultato di un approccio alla storia che cerca di restare connessa il più possibile alla realtà: dalla scrittura, a cui hanno partecipato Rosario e Sharon, che nel film interpretano sé stessi, ai claustrofobici spazi in cui si dimenano le ambizioni dell’uomo.
Non solo. Luzi e Bellino riducono al minimo la crew sul set per creare un’atmosfera di intimità con i loro personaggi e scelgono di raccontarne la storia con una 50mm, una lente che si avvicina con decisione alle loro vite.
È un film intimo, che chiede di osservare e di sospendere i giudizi. L’ossessiva ambizione di un padre nel fare della figlia una stella della musica sfuma con naturale semplicità nel desiderio di redenzione di chi è cresciuto nella povertà. Rosario e Sharon espongono le proprie fragilità al servizio del film e i due registi si avvicinano alle debolezze di Rosario senza mai offrire occasione per facili verdetti.
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