Nacque nel 1897 tra la 73esima e Broadway, in quella che allora era allora considerata la periferia di New York, suo padre era il ricco miliardario William Earle Dodge Stokes che andò poi a sviluppare gran parte dell’Upper West Side. Stokes battezzò la sua figlia più amata con il nome del nonno Anson Green Phelps e, fin dall’inizio, si capiva che sarebbe stata destinata a qualcosa di insolito e grandioso, qualcosa che anche a New York City si era visto raramente. La sua abbagliante bellezza unita alla sua grazia e al suo fascino non avevano rivali: elegante e sofisticata, magari poco ortodossa, ma con la seducente innocenza di una ragazza di campagna. A prima vista si poteva quasi pensare che fosse stata educata all’estero, molto probabilmente in Francia, forse per il modo di vestire e per le sue maniere raffinate, ma era in realtà una pura newyorkese.
Il suo nome è Ansonia! La perduta Grande Dama di New York
Stokes stava progettando di sviluppare gran parte dell’Upper West Side, che a quel tempo era solo un deserto di rocce e baracche, e la sua visione era trasformare la Broadway negli Champs-Elysees di Manhattan. L’Ansonia Hotel fu costruito su una scala di grandezza e magnificenza che solo pochissimi hotel di quei tempi avevano, come il Plaza, l’Astor e il Waldorf Astoria. L’edificio era alto diciotto piani fu progettato nell’elegante stile Beaux Arts, con mansarde di grandi dimensioni che si erano chiaramente ispirate all’architettura francese. L’Ansonia aveva 1.400 camere e 340 suite, la sua facciata aveva un design esageratamente decorato e intricato, con balconi in ferro battuto intrecciato e all’interno una magnifica sala da ballo, palme ovunque, un’elegante hall con in mezzo una fontana con delle foche che ci sguazzavano dentro, e nel seminterrato, sontuosi bagni turchi e la più grande piscina coperta del mondo. Nonostante tutti questi eccessi ornamentali, l’Ansonia Hotel riuscì a rimanere leggero, elegante e in armonia con l’ambiente circostante e il vicino Central Park. Aprì come lussuoso hotel residenziale, cercando di attirare ricchi inquilini dal centro di Manhattan.
Prendendo ispirazione dalla natura, il signor Stokes creò una vera e propria fattoria sul tetto dell’Ansonia Hotel. In anticipo sui tempi e sui brunch salutisti degli hipster nostrani, l’Ansonia già serviva nei suoi ristoranti uova fresche prodotte nel suo pollaio di 500 galline. Il latte fresco era prodotto da alcune capre e dalle tre mucche che vagano allegramente sul tetto in compagnia di maiali e oche, e per completare l’atmosfera bucolica vi era stato aggiunto anche un piccolo orso.
Questo ambiente pastorale deve aver ispirato anche il dittatore messicano Victorian Huerta che poco dopo aver preso il potere con un colpo di stato, durato poco, fu cacciato dal Messico e si trasferì all’Ansonia con un pollaio sul tetto.
Il progetto verde dell’Ansonia si rivelò però insostenibile per il Dipartimento della Salute che un giorno fece irruzione sul tetto dell’hotel, chiuse la fattoria e rimosse tutti gli animali, comprese le foche che sguazzavano gioiose nella fontana della hall. Sebbene si sappia poco di come sia finito l’orso, il signor Stokes riuscì a salvare Nanki-Poo, il maialino appartenente a suo figlio e salvò anche con successo ben 47 polli nascondendoli nel suo appartamento; non ebbe però molto successo nel salvare il suo matrimonio, sua moglie infatti lo avrebbe anche condiviso con qualche amante occasionale, ma certamente non lo voleva condividere con le galline.
L’Ansonia si trovava ad affrontare il costante problema immobiliare di New York, la posizione! Mentre con la costruzione del Dakota il quartiere era migliorato, la Broadway non fu mai stata considerata chic come la Fifth Avenue e certamente la posizione dell’Ansonia non era l’ideale per un hotel di lusso. Tuttavia, il famoso impresario di Broadway Florenz Ziegfeld si trasferì con sua moglie, la star di Folles, Anna Held, in un appartamento di tredici stanze all’Ansonia: l’amava così tanto che teneva una sua statua d’oro a grandezza naturale nel loro appartamento e, noblesse oblige, aveva anche un’altra statua a grandezza naturale della sua amante Lillian Lorraine in un altro appartamento, sempre all’Ansonia.
Se le sue mura potessero parlare…
Ci racconterebbero che i problemi iniziarono fin dall’inizio, non appena il truffatore Albert Adams si registrò nel lussuoso Ansonia Hotel dopo aver trascorso un anno in un alloggio un po’ più spartano nella prigione di Sing-Sing. È dall’Ansonia, infatti, che diresse il suo racket, rovinando la reputazione dell’hotel ed è il luogo dove, in seguito, si suicidò. L’hotel cercò di superare il momento, fino a quando non arrivò Arnold Rothstein, il quale era il mentore dei mafiosi italiani Lucky Luciano e Frank Costello e Kingpin della mafia ebraica di New York. Nelle stanze dell’Ansonia Hotel incontrò un gruppo di giocatori della squadra dei Chicago White Sox e cospirò con loro per truccare la World Series del 1919. Tuttavia, la perdita fu così evidente che i giocatori colpevoli furono scovati e successivamente squalificati a vita. L’Ansonia tornò poi in gioco quando, dopo non molto, vi andò ad abitare la leggendaria stella del baseball, Babe Ruth, il quale si sentiva così a suo agio nell’hotel che notoriamente vi si aggirava ovunque in vestaglia.
E se i muri potessero cantare…
L’Ansonia sarebbe una sinfonia; infatti, l’albergo si dimostrò la perfetta dimora per musicisti, essendo l’hotel costruito a diversi isolati a nord del Metropolitan Opera. Si dice che le porte furono appositamente costruite per garantire ai pianoforti a coda di poter essere facilmente spostati dentro e fuori dagli appartamenti. L’hotel, con i suoi numerosi scandali, drammi e melodrammi, era già riuscito a farsi una reputazione ed era quindi logico che l’élite dell’Opera si sentisse a casa. Quando il manager della Scala Giulio Gatti Casazza divenne direttore generale del Met, si trasferì all’Ansonia e ben presto l’intero Met lo seguì. Il grande tenore Enrico Caruso vi soggiornò, seguito dal leggendario direttore d’orchestra Arturo Toscanini e da una serie di compositori, Igor Stravinsky, Gustav Mahler e Sergei Rachmaninoff, oltre a un intero palcoscenico di stelle dell’opera.
Dopo la morte di Stokes nel 1926, l’Ansonia iniziò lentamente a cadere in rovina: un grande danno alla sua struttura fu fatta in un gesto patriottico durante la Seconda Guerra Mondiale quando il meraviglioso rivestimento in rame delle cupole dell’Ansonia fu rapidamente rimosso insieme ai tubi di rame che creavano il sistema di raffreddamento più avanzato degli anni Venti, pompando l’aria attraverso il ghiaccio per mantenere l’hotel a una temperatura costante di 70 gradi. Anche i futuristici tubi pneumatici che consegnavano la posta tra le stanze e la hall furono rimossi dalle pareti.
L’Ansonia fu poi venduto a un avido imprenditore immobiliare che fece marcire l’edificio per diversi decenni, riuscendo quasi a farlo demolire negli anni Sessanta.
Nel 1968 l’ex cantante lirico Steve Ostrow riportò l’Ansonia alla ribalta quando rilevò la piscina e il bagno turco dell’hotel e, memore della Roma di Caligola, li riempì di colonne romane, cascate, gay seminudi e palme e li ribattezzò i “Continental Baths”. Con 400 stanze private i bagni attiravano circa 10.000 clienti gay a settimana, tra i clienti anche Alfred Hitchcock, Mick Jagger, Rudolf Nureyev, Valentino e Andy Warhol. Questo club gay illegale era protetto dalla mafia e fu come un bizzarro matrimonio tra l’ancora non nato Studio 54 e la cage aux folles. Attirò molti cantanti e DJ famosi come Patti Labelle, Sarah Vaughn, Frankie Knuckles e le sorelle Pointer, nonché la giovane icona gay Bette Midler accompagnata da Barry Manilow. Con le sue principesse, i poveri, il disco-pop e il popper rappresentò il meglio della New York degli anni Settanta.
Con quella spavalderia non ci volle molto tempo affinché anche gli scambisti entrassero in azione.
Nel 1976 i Continental Baths chiusero e presto riaprirono come il “ritiro di Platone”, un sex club etero per scambisti provenienti dalla periferia. Dal momento che non erano ammessi uomini single, un impiegato creativo pensò di fare un buco nel muro del seminterrato e, come precursore del pay-per-view in camera, fece pagare due dollari agli uomini single per avere un’anteprima.
Cartomanti e medium si trasferirono per qualche motivo nell’ormai bohémien Ansonia Hotel, senza prevedere che nel vicino futuro sarebbero stati sfrattati. Nel 1980 l’hotel divenne protetto dalle Belle Arti e nel 1992, Ansonia venne trasformato in appartamenti, venduti a chiunque fosse disposto a pagare.
Ansonia, nella sua lunga vita, visse cambiamenti e trasformazioni impensabili, qualcosa che nemmeno le sue sorelle più conosciute in città avevano mai sperimentato, ebbe molte relazioni con musicisti famosi, cantanti d’opera, ma non arrivò mai a sposarsi. Seguendo lo stesso flusso di Gotham, visse molti scandali, rapine e persino connessioni mafiose, ebbe dei flirt con degli omosessuali, il che era uno scandalo a quei tempi. Fece tutto il possibile per sopravvivere. Con l’avanzare della vecchiaia Ansonia realizzò che era uscita da tutto questo come una diva, con nobile compostezza e dignità.
Alla fine, anche se tutti ebbero un pezzo di lei, la sua bellezza splende ancora. Ansonia visse e sopravvisse come una vera newyorkese.
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