Libri - 23 Maggio 2019 Rampini: l’immigrazione non è di sinistra. Serve scegliere tra ultimi e penultimi? La "perdita d'aureola" della sinistra, per il giornalista, è avvenuta in tre fasi, quando, negli anni Sessanta, si è intrisa di narcisismo e moralismo; quando, negli anni Ottanta, si è votata al liberismo e all'austerità, e quando, negli anni Novanta, è divenuta la paladina del globalismo e del multiculturalismo. Rampini non fa sconti sul "tema dei temi" delle ultime campagne elettorali, quello che, di primo acchito, sembra marcare la più grande differenza tra destra e sinistra: l'immigrazione. I confini aperti, afferma, non sono "di sinistra". Semmai, appartengono per un verso alla tradizione del cristianesimo (solidarietà con gli ultimi), e per un altro a quella del liberalismo (libertà di movimento): ma dal punto di vista economico, le ondate migratorie, con l'abbassamento dei salari e l'innalzamento dei profitti, costituiscono un autentico volano per il capitalismo. Eppure...