Primo Piano - 10 Agosto 2020 Magistrati sopravvissuti alla mafia: Beppe Salvo, “figlioccio” di Paolo Borsellino "Con Borsellino c’era un rapporto come tra padre a figlio, simbiotico per certi versi... A mia moglie, nel luglio del 1992, Borsellino disse: 'Gisella, con Peppe è capitato che ci siamo scontrati, anche duramente, come a volte capita tra uomini, ma io ho sempre avuto la consapevolezza di avere davanti una persona leale e che mi voleva bene, non come adesso a Palermo che non so più da chi mi devo guardare prima... A mio modo di vedere il difetto capitale di Borsellino era quello di non 'tenere la guardia alta', forse sembrerà paradossale quello che dico, ma tendeva a fidarsi delle persone, anche troppo, quando invece determinate situazioni, determinati contesti e determinate persone avrebbero dovuto renderlo più guardingo..."
Libri - 28 Marzo 2020 Il Monolite: storie di camorra di Paolo Itri, giudice antimafia a Napoli “Cos’è la giustizia senza la verità? Un vuoto simulacro, una complicata macchina burocratica fatta di incomprensibili rituali in cui l’opinione e l’inganno si confondono con il vero e il giusto. È proprio sul terreno della giustizia che si misura il livello di civiltà di un paese. Ne sanno qualcosa le vittime delle stragi e i […]
People - 22 Ottobre 2019 In soccorso del “Capitano Ultimo”, il carabiniere che arrestò Totò Riina Il Capitano Ultimo, Sergio De Caprio, si esprime molto chiaramente in merito: “Se arresti zingari e tossici va bene, di più no perché diventi un pericolo per le lobby e cominciano i guai. Ma quello che mi fa più male è la rappresaglia contro i miei uomini. Era già accaduto dopo Riina. Lo hanno rifatto vent’anni dopo.”
Primo Piano - 14 Settembre 2019 Storia del giudice Alberto Giacomelli raccontata dal figlio, Don Giuseppe "Mio padre non aveva paura di essere ucciso perché mi diceva che era la dimostrazione di avere servito lo Stato fino a morire”
Spettacolo - 12 Giugno 2019 Parla Nicola Calì, boss con “Il traditore” di Marco Bellocchio: “Il mio Riina è spietato” "Ho avuto qualche momento di ansia perché essendo messinese temevo che il mio accento non fosse quello che il regista si aspettava. Ma poi è andata molto bene. Interpretare Totò Riina è una grande responsabilità che ho affrontato con il mio consueto ottimismo. La considero una grande occasione perché da anni studio la storia della mafia". Nicola Calì
Italia - 2 Dicembre 2018 Corleone, parla il sindaco neo-eletto: la mafia nella storia e il futuro nel turismo "Corleone viene ritenuto ovunque un paese di mafia e dalle presenze devastanti e tragiche, oggi il fenomeno è molto attenuato.... Noi siamo a Corleone sapendo di questo disvalore... Si possono conoscere anche le tragedie del passato ma apprezzare le cose belle del presente.. Intanto la valorizzazione del turismo, dei siti storici della città ma sono anche nelle piacevolezze agricole del territorio come grano, olio, formaggi, vino"
Primo Piano - 20 Aprile 2018 Senza Stato non è mafia: nulla di nuovo sotto al sole. Se non che la mafia esiste Per arrivare a pronunciare la “storica sentenza” ci sono voluti cinque anni e mezzo di processo, 220 e più udienze, e alcuni fra gli uomini migliori delle istituzioni, impegnati in una strenua e accidentata lotta per dare finalmente qualche volto a una verità che, in fondo, è sempre stata sotto gli occhi di tutti
Primo Piano - 20 Aprile 2018 Trattativa Stato-mafia, una sentenza terribile Ecco la terribilità che circonda e sostiene questa sentenza. Questo cupo grigiore, viene dall’esterno delle aule di giustizia. Sale da uno stridore di chiamata alle armi; dal cupo rameggiare di folle istituzionali; dal tonfo di confini fra i Poteri dello stato che cadono nell’incalzare di eccitamenti e di istigazioni
First Amendment - 19 Novembre 2017 Il capo dei capi e la deontologia professionale L’esercizio del diritto insopprimibile della libertà di informazione è limitato dall’obbligo inderogabile del rispetto sostanziale dei fatti. Rina è stato il capo dell’Italia? Ci sono dei giornalisti che parlano e scrivono come gli conviene. Perché vendono di più i loro giornali o perché ricevono delle prebende
Primo Piano - 18 Novembre 2017 Sulla morte di Totò Riina, la testa “famosa” da issare alla picca Riina è stato un simbolo: non c’entrava retribuire i suoi micidiali demeriti; non c’entra il sangue versato: essi stessi sono stati resi compatibili con equivocissimi trattamenti di favore. Serviva semplicemente una testa. Per ammonire, per seguitare a corazzare un minaccioso pedagogismo sociale; per riaffermare la “mafia perpetua”, anche a dispetto di una cadaverica vitalità